OLDBOY

PROGRAMMAZIONE
TERMINATA
OLDBOY
“Ridi e il mondo riderà con te, piangi e piangerai da solo.”
OLDBOY
(id)
Regia: Park Chan-wook
Cast: Choi Min-sik, Ji-tae Yu, Hye-jeong Kang, Dae-han Ji, Oh Dal-soo, Byeong-ok Kim
Genere: Drammatico
Durata: 119 min. - colore
Produzione: Corea del sud (2003)
Distribuzione: Lucky Red
VEDI
TRAILER

LA STORIA

Oh Dae-su viene rapito e rinchiuso in una prigione privata, senza sapere per quanto tempo vi rimarrà. Dopo quindici anni viene rilasciato e ha un unico desiderio: vendicarsi.

Ma deve scoprire chi lo ha rapito e perché. Mido lo aiuterà a risolvere il mistero ma la scoperta della verità sarà per lui solo l’inizio del suo incubo più atroce…

 

PERCHÉ (RI)VEDERLO

Film di vendetta per antonomasia: il film è vendetta in ogni scena. Attraverso i due protagonisti Park Chan-wook ci fa riflettere sulla sua necessità catartica, ma al contempo sulla sua inutilità.

Una trilogia: Oldboy è il secondo capitolo del trittico sulla vendetta iniziato con Sympathy for Mr. Vengeange e che si conclude con Lady Vendetta. Un’occasione dunque di vedere o rivedere un film eccezionale, per poi ricostruirne il contesto di realizzazione.

Registi di cinema coreano come Lee Chang-dong, Hong Sang-soo, Im Sang-soo, Kim Jee-woon, Kim Ki-duk e di Park Chan-Wook, dalla fine degli anni Novanta, si sono fatti notare nel panorama cinematografico mondiale, suscitando un grande interesse per il cinema coreano, fino ad arrivare al recentissimo successo di Parasite di Bong Joon-ho, primo film coreano nella storia degli Oscar a vincere la statuetta per il Miglior film.

Oldboy è da molti considerato un film di genere, ma è molto di più. È un film che racconta legami struggenti, un Conte di Montecristo contemporaneo in cui amore e terrore si fondono, in un thriller, capolavoro di tensione e suspense.

È tratto da un manga giapponese, creato nel 1997 da Tsuchiya Garon e disegnato da Minegishi Nobuaki. Park Chan-Wook ha portato la storia dal Giappone alla Corea, trasformandola da un fumetto di otto volumi a un film di quasi due ore, rimanendo molto fedele allo spirito del manga, con un tocco del tutto personale.

La prigionia, topos narrativo ricorrente, trasforma nel tempo un uomo innocuo in un uomo determinato, implacabile, interessato solo a scoprire la verità. Park Chan-Wook esplora il senso di angoscia claustrofobica e asfissiante provata dal protagonista che, tornato libero, si rende conto di essere ancora prigioniero, seppure in una “stanza” più grande.

La colonna sonora è un altro elemento fondamentale del film, in grado di lasciare nello spettatore un’impronta indelebile: come in un’Opera sono stati composti appositamente per il film dei temi musicali di taglio classico che accompagnano la narrazione, il tema degli “Oldboy”, il tema di “Mido”, il tema di “Woo-Jin’s Theme”.

Choi Min-Sik, l’attore protagonista che interpreta Oh Dae-su, già noto nel panorama internazionale grazie al film Ebbro d’amore e di Pittura (2002) presentato a Cannes e vincitore del premio per la Miglior regia, regala una prova attoriale sbalorditiva. Di culto è diventata la scena del ristorante in cui, sebbene vegetariano, divora il polipo vivo in un sol boccone.