Bianconeri, Juventus story

PROGRAMMAZIONE
TERMINATA
Bianconeri, Juventus story
Un viaggio che intreccia momenti cruciali dell'avventura sportiva della Juventus
Bianconeri, Juventus story
(id)
Regia: Marco La Villa, Mauro La Villa
Cast:
Genere: documentario
Durata: 90 min. - colore
Produzione: Italia (2016)
Distribuzione: Nexo digital
VEDI
TRAILER

La voce di Giancarlo Giannini narra la storia della Juventus Football Club, dal 1982 dell’arrivo di Platini indietro agli anni Trenta dei primi successi in campionato, e poi avanti sino al terzo millennio, concentrandosi anche sulla storia parallela della famiglia Agnelli, proprietaria del team. Un’alternanza di successi e drammi, come è tipico della squadra di calcio più amata (e odiata) d’Italia.
Forse era inevitabile risultare retorici e un po’ pomposi raccontando di calcio e dell’alta borghesia attorno a cui questo ruota. Mantenere la massima sobrietà quando si raccontano le vicende di campioni del pallone è sempre una dote piuttosto rara, e una storia epica e tragica insieme come quella di Agnelli e della Juventus complica ulteriormente le cose. Marco e Mauro La Villa scelgono l’approccio più aggressivo alla materia, introducendo il racconto con il sottofondo di una batteria incalzante, figlia di Whiplash e Birdman, che mantiene alta la tensione per diversi minuti prima di assestarsi su un resoconto sostanzialmente diacronico delle faccende bianconere.
Sostanzialmente, ma non completamente, perché il focus della narrazione tende a cambiare: si concentra su episodi cruciali del cosiddetto “stile Juventus”, come la successione da Liam Brady a Michel Platini, con abnegazione del primo al di là degli obblighi contrattuali, o i duelli verbali tra l’Avvocato e i giornalisti perennemente al suo capezzale.
La presenza della “dinastia Agnelli” – come lo stesso Andrea la definisce in un’intervista del film, con assoluta nonchalance – accompagna l’intero lavoro, con i contributi in video dei giovani rampolli ma soprattutto con l’invisibile presenza di Gianni, carismatico e accentratore anche post mortem. Le differenti tragedie occorse a Edoardo e Giovannino e le dinamiche a volte crudeli tra Gianni e il proprio figlio sono affrontate con la dovuta discrezione, appena sfiorate, con sussiegoso rispetto.
A minare la resa generale del lavoro, tecnicamente pregevole, dei La Villa è solo la sensazione che ogni parola espressa sia misurata e passata al vaglio, come in presenza di una invisibile (auto)censura, attenta soprattutto a non ledere l’immagine della “dinastia”. Lo si avverte in particolare quando la narrazione si assesta su Calciopoli e sulla discesa agli inferi della Juventus, che, come ogni buon eroe epico che si rispetti, saprà riscattarsi per conseguire trionfi ancor più elevati e prestigiosi. Interessante, anche se lievemente caricaturale, l’idea di rendere Silvio Berlusconi e Massimo Moratti due veri e propri villain da fumetto, antagonisti senza scrupoli del primato juventino.
Da un film dichiaratamente celebrativo non era forse lecito attendersi di più, ma resta la sensazione di un’occasione solo parzialmente sfruttata.