IL ROBOT SELVAGGIO

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IL ROBOT SELVAGGIO
Una favola sul rapporto tra natura e tecnologia con uno stile di disegno digitale che guarda all'impressionismo
IL ROBOT SELVAGGIO
(The Wild Robot)
Regia: Chris Sanders
Cast: Pedro Pascal, Stephanie Hsu, Lupita Nyong'o, Mark Hamill, Catherine O'Hara
Genere: Animazione, Avventura, Commedia
Durata: 102 min. - colore
Produzione: (2024)
Distribuzione: Universal Pictures
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Precipitato dal cielo su una scogliera dalle colonne basaltiche, un robot viene attivato incidentalmente attivato dalla fauna locale. Programmato per servire, cercherà di fare amicizia con gli animali, imparando persino la loro lingua, ma tutti lo considerano una sorta di mostro. Le cose cambiano quando un orso lo spinge giù da un dirupo, facendolo cadere su un nido e uccidendo così una famiglia di oche… a parte per un uovo. Quando l’oca nascerà, per via dell’imprinting, inizierà a considerare il robot Rozzum 7134 come fosse sua madre. Per educarlo, “Roz” si affiderà ai consigli di un’astuta e golosa volpe di nome Fink e cercherà di insegnargli a volare in tempo per la migrazione, un’impresa non facile perché l’oca ha ali minute e gli altri membri della sua specie non vedono di buon occhio che sia cresciuta dal “mostruoso” robot. I veri problemi però arriveranno quando altri robot giungeranno sull’isola…

Una favola sul rapporto tra natura e tecnologia, con un grande colpo di scena e soprattutto con uno stile di disegno digitale che guarda all’impressionismo.

Il robot selvaggio, tratto dal primo di tre libri illustrati di Peter Brown dedicati a Rozzum 7134, non è infatti il solito film d’animazione in CGI: a un look iperdefinito e tondeggiante preferisce una leggera sfocatura e colori applicati senza contorni, creando immagini quasi pittoriche e di certo più artistiche e affascinanti del solito standard di questo filone. Non siamo al livello delle spregiudicate ed ipercinetiche innovazioni di Spider-Man: Un nuovo universo, ma solo perché qui l’ispirazione hip hop sarebbe del tutto inappropriata. È invece perfetta, per una fiaba ecologista immersa nella natura, questa scelta dolce e morbida nei colori e nel disegno.
Non che la storia manchi di presentare la natura anche come qualcosa di crudele, con leggi spietate, ma Roz nella seconda parte del film saprà trovare il modo di far convivere gli animali in una sorta di utopia… che cozza invece con la distopia in cui è precipitata l’umanità, dove i robot esistono per servire ma pur per combattere con tanto di armi al plasma, capaci di scatenare velocemente un incendio se impiegate in una foresta. Il rapporto di Roz con la fauna locale pure passa per diversi momenti di violenza, in cui il robot è aggredito da animali anche molto più forti di lui, come l’orso -ma i danni più gravi li subisce dai procioni. Ciò nonostante Roz è fedele a una programmazione che gli impedisce di fare del male e anzi cerca solo di aiutare a suo modo chi incontra. È in sostanza un essere artificiale intelligente alla ricerca di uno scopo, inizialmente incapace di deprimersi per i rifiuti, svilupperà via via l’empatia che ci si aspetta in un film d’animazione moderno per famiglie.