King Arthur – Il potere della spada

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King Arthur – Il potere della spada
Un film ludico che offre divertimento mentre rilegge e riscrive per il pubblico contemporaneo la cavalcata epica di Artù
King Arthur – Il potere della spada
(King Arthur: Legend of the Sword)
Regia: Guy Ritchie
Cast: Charlie Hunnam, Jude Law, Katie McGrath, Annabelle Wallis, Eric Bana, Aidan Gillen
Genere: Avventura
Durata: 126 min. - colore
Produzione: USA (2017)
Distribuzione: Warner Bros Italia
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Dopo aver aggiornato, con meno sfumature ma più energia di Steven Moffat (Sherlock), le leggendarie indagini di Sherlock Holmes, Guy Ritchie mette mano al ciclo bretone ed è subito blockbuster ri-creativo. Un film ludico che offre, al primo sguardo e al primo trailer, svago e divertimento mentre rilegge e riscrive per il pubblico contemporaneo la cavalcata epica di Artù. Sulla carta la ricerca metafisica del racconto mitico è rimpiazzata dalla ricerca di sé e del proprio destino in un universo anti-realista. Il giovane Arthur ignora il proprio lignaggio e gestisce i suoi affari a Londinium fino a quando non estrae Excalibur, la spada nella roccia che emerge il suo passato e il sentimento eroico.

Precipitato in piedi nel suo ‘regno’ dovrà combattere i suoi demoni e guidare il suo popolo contro il tiranno Vortigern, l’uomo che ha ucciso i suoi genitori e usurpato il trono del padre.

Questo il plot. Il trailer anticipa invece la visione anacronistica della cavalleria e dei cavalieri potenziata naturalmente a colpi di effetti speciali. Fight, fun and fuck you attitude sono di nuovo l’irresistibile cifra stilistica di Guy Ritchie che dirige il primo di sei sequel previsti in cantiere. Sempre che la cavalcata del brand ‘re Artù’ non trovi ostacoli alla sua ambizione. Quello che è certo e desumibile dalle prime immagini è che King Arthur – Il potere della spada assomiglia a un assordante concerto rock che combina il mito classico con la retorica del cinema d’azione hollywoodiano contemporaneo. Lontano dallo spirito contemplativo e wagneriano di Excalibur di John Boorman, il blockbuster di Ritchie scaraventa lo spettatore in un universo digitale che procede per accumulazioni deliranti e frulla la materia di Britannia con una concezione puramente spettacolare dell’azione. Action che ancora una volta passa per l’alterazione dell’eroe. Alla maniera dello Sherlock Holmes di Robert Downey Jr., l’Arthur di Charlie Hunnam è un bad boy lontano dal saggio Artù di Nigel Terry o di Sean Connery