LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA

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TERMINATA
LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA
LA RI-SCOPERTA DI UNA FIGURA FONDAMENTALE DELLA NOSTRA CULTURA IN UN'OPERA CHE NE COGLIE TUTTE LE SFUMATURE.
LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA
Regia: Mario Martone
Cast: Massimo Troisi
Genere: Documentario
Durata: 128 min. - colore
Produzione: Italia (2023)
Distribuzione: Medusa, Vision Distribution
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Mario Martone torna ad incontrare, dopo averlo fatto nella vita, Massimo Troisi riproponendolo a chi ‘c’era’ quando entrava progressivamente nelle case (con la televisione) e nel cuore (con il cinema) degli italiani di qualsiasi latitudine e anche a chi è venuto dopo. Lo fa attraverso un percorso nella sua carriera di attore e di regista ma anche in quella di uomo con il suo carattere schivo ma estremamente sensibile. Ne ricostruisce il lavoro e le passioni tramite le testimonianze di chi, come Anna Pavignano, lo ha amato e ne ha condiviso il percorso di scrittura e di molti altri che ne hanno apprezzato la genialità e l’arte.

 

 

A settanta anni dalla nascita Troisi viene ricordato in un’opera che coglie tutte i molteplici aspetti del suo essere uomo ed artista.

 

 

Ci sono tre elementi che vanno presi in considerazione quando si pensa a questo film che raccoglie sequenze di spettacoli televisivi, di interviste di Massimo, di testimonianze di vario tipo tutte finalizzate a ri-scoprire una figura fondamentale del mondo dello spettacolo italiano e non solo (chi ha avuto modo di vedere i suoi film doppiati in altre lingue ha davvero vissuto esperienze uniche). I tre elementi sono: il regista e le due parti in cui si può dividere il titolo.

 

Il regista: Mario Martone. Era necessario per questo omaggio un regista ‘serio’ come Martone che non si è mai lasciato andare alla comicità e quando vi si è avvicinato (con Qui rido io) il suo obiettivo era scavare in profondità in una persona divenuta personaggio come Scarpetta. Qui la sua è un’indagine sulla persona di cui ha ammirato e ammira (basta vedere come gli brillano gli occhi quando ne parla) le qualità. Siano esse artistiche od umane. Poi non va dimenticato che la sua opera prima è Morte di un matematico napoletano e la prima notte di quiete è stata al centro di più di una riflessione di Massimo, consapevole sin dalla giovane età della propria non leggera cardiopatia.

 

Poi c’è il titolo. Con quel ‘laggiù’ che non vuole solo essere un banale capovolgimento di un titolo di film famoso. Quel laggiù è un avverbio di luogo che per molti si identificava con Napoli e che invece Massimo voleva allargare a una condizione di disagio esistenziale che poteva prendere le mosse da Napoli (anzi da San Giorgio a Cremano come teneva a puntualizzare) per allargarsi a un’intera generazione ed andare oltre. Bene fa Martone quando indugia sui volti di giovani che assistono all’aperto alla proiezione di un film di Troisi cogliendone la sorridente partecipazione emotiva.

 

Infine quel ‘mi ama’ che sta al centro di tutto il percorso di scrittura, che poi significa di vita, del Troisi regista ed attore. La complessità del sentimento amoroso che porta sugli schermi può far ridere grazie ad un sagace processo di attesa e di accumulo ma poi ha un rilascio lento di profonda malinconia che spinge chi guarda ad osservarsi nell’intimo.