POMPEI – EROS E MITO

PROGRAMMAZIONE
TERMINATA
POMPEI – EROS E MITO
UN DIALOGO UMANO CON ISABELLA ROSSELLINI PER RACCONTARE L'UNICITÀ DI POMPEI
POMPEI – EROS E MITO
(id)
Regia: Pappi Corsicato
Cast: Isabella Rossellini
Genere: Documentario
Durata: min. - colore
Produzione: Italia (2021)
Distribuzione: Nexo Digital
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La storia è consolidata da stratificazioni di eventi che, ricostruiti e analizzati, rappresentano le radici di un territorio e della sua cultura. Storie di un passato che, quasi sempre, ritorna come esempio e narrazione di qualcosa di grande che è stato e che ha messo radici. Il sito archeologico di Pompei rappresenta una testimonianza di tanti aneddoti e vissuti legati tra loro: narrazioni in dialogo con leggende e culti diversi che si mescolano a storie reali e tangibili di cittadine e cittadini che hanno lasciato delle tracce importanti. I grandi affreschi pompeiani, su cui primeggia quel rosso denso e indelebile dalla memoria di chi li ha visti anche solo una volta; l’urbanizzazione della città attraverso le sue strade; le corti, gli spazi pubblici e le ville private, sono oggi ancora riconducibili a una società autonoma, ricca e legata a una vitalità e a regole precise.

I cittadini di Pompei erano infatti colti e raffinati, come racconta Isabella Rossellini che, camminando tra le rovine del sito archeologico trattato nel film di Pappi Corsicato, accompagna lo spettatore – con cui attiva un dialogo umano attraverso sguardi diretti in camera – con fatti storici e descrizioni, mettendo in luce una cittadina fondata da regole, virtù e vizi legati ai miti greci e, successivamente, romani, su cui era fortemente basata la società.

La polis era il fulcro intorno a cui tutto funzionava: i mestieri, la vita politica dettata dal Senato, l’educazione dei bambini, l’addomesticamento degli animali e l’amore per la natura – sia come elemento di nutrizione, che per l’estetica rigogliosa e rigenerante per l’uomo – e poi il divertimento. Quest’ultimo non era un elemento aggiuntivo, ma era parte fondamentale della vita quotidiana dei cittadini: il lusso, lo svago, l’intrattenimento del racconto, la sensualità e l’erotismo, erano intrinsechi nella vita di ogni giorno. Tanto da diventare il simbolo della Pompei ricostruita. Affreschi dai colori speciali e dalle colte narrazioni decorano tutti gli spazi interni degli edifici di questo sito.

Un luogo che fu scoperto sotto i Borbone con i primi scavi nel 1748: azioni e studi archeologici che portarono alla luce un micromondo prezioso, ma anche alquanto scioccante per i tempi. Alcuni affreschi, infatti, rappresentavano scene dal forte contenuto erotico, violento, a volte truce, quasi a dimostrare la libertà di una società autonoma per leggi e per un certo tipo di quotidianità. Le stanze e le rappresentazioni più “inadatte” ai gusti di allora – e di oggi – furono racchiuse in luoghi custoditi, come il Gabinetto segreto del museo archeologico di Napoli, sottochiave, a tripla mandata, e aperti al pubblico solamente nel 1967, con il divieto di frizione per i minori di 14 anni.

Pompei dunque svela storie scioccanti, avanti per il proprio tempo, o per il nostro? Perché la società di quella città ai piedi del Vesuvio rappresentava un esempio positivo e funzionale di vita fatta da scambi socio-politici, educazione, bellezza e svago.