SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI

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TERMINATA
SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI
Shang-chi deve affrontare un passato che pensava di essersi lasciato alle spalle e confrontarsi con suo padre
SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI
(Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings)
Regia: Destin Daniel Cretton
Cast: Awkwafina, Simu Liu, Tony Chiu-Wai Leung, Fala Chen, Ronny Chieng, Florian Munteanu
Genere: Azione, Avventura, Fantasy
Durata: 132 min. - colore
Produzione: USA (2021)
Distribuzione: Walt Disney
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Sean e Katy sono amici e colleghi a San Francisco dove, nonostante ottimi risultati negli studi, lavorano come parcheggiatori in un lussuoso hotel. Sebbene la famiglia e gli amici di Katy cerchino di spingerla verso altre professioni, la ragazza preferisce un’esistenza semplice con serate insieme a Sean al Karaoke. Quando una banda di energumeni aggredisce Sean su un autobus per rubargli un amuleto di giada, lui è costretto a dimostrare le proprie straordinarie capacità nelle arti marziali. Svela quindi a Katy la sua vera identità: è Shang-Chi, cresciuto come assassino da suo padre, l’immortale Wenwu a capo dell’organizzazione criminale dei dieci anelli. Per salvare la sorella Xialing dagli sgherri del padre, parte per Macao insieme a Katy: sarà l’inizio di una incredibile avventura.

Il primo supereroe asiatico titolare di un film Marvel è un eroe dagli elementi fantasy e dal consueto sense of humour, la cui drammatica storia famigliare si dipana fra ritmate e acrobatiche scene d’azione.

C’erano diverse ragioni per temere Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, la prima di tutti è il difficile rapporto tra la Disney e la cultura cinese che ha partorito recentemente l’infelice Mulan in live action; la seconda era un regista che non ha mai avuto a che fare con l’action come Daniel Destin Cretton; la terza il protagonista Simu Liu che non è un artista marziale. A questo si aggiunge un materiale di partenza è notoriamente controverso: nel fumetto Shang-Chi era in origine figlio di Fu Manchu, l’emblema razzista del “pericolo giallo”, e quindi la sua storia andava riscritta.

Ci si metta anche che la decisione di legarlo all’organizzazione terroristica dei Dieci anelli sembrava evocare un altro personaggio piuttosto razzista come il Mandarino, che a sua volta necessitava riscrittura. Inoltre Shang-Chi nelle proprie storie iniziali si lascia alle spalle la cultura asiatica, cosa che i producer Marvel hanno chiarito subito di voler ribaltare. E ci si metta un’ultima cosa: il personaggio bandiera dell’Asia nel Marvel Universe non poteva essere “solo” un artista marziale, sia perché sarebbe stato stereotipato, sia perché l’avrebbe reso più debole di tutta l’ultima generazione di eroi, dal tecnologico Black Panther alla devastante Captain Marvel.

Del materiale di partenza dunque restava ben poco che si potesse tenere, ma non è la prima né l’ultima volta che lo studio di Kevin Feige reinventa i protagonisti dei suoi film, e anche questa volta l’operazione ha avuto successo. Anzi è così ben riuscita da essere sorprendente, in virtù di tutte le perplessità che abbiamo citato e pure dei trailer non proprio entusiasmanti rilasciati per Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.