The nice guys
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Los Angeles, 1977. Da qualche tempo nella città degli angeli tira una brutta aria, l’inquinamento soffoca gli uccelli e la criminalità uccide le star(lette). A indagare ci pensano Jackson Healy e Holland March, il primo ammonisce le persone a suon di pugni, il secondo le rintraccia per conto terzi. Investigatori maldestri, Holland e Jackson si ‘incontrano’ intorno al caso Amelia, una giovane attrice di film porno in fuga dai sicari che tre giorni prima hanno ucciso il suo fidanzato, regista sperimentale bruciato con la sua casa e le sue pellicole, e Misty Mountains, amica e diva del genere precipitata con la sua auto giù dalla collina. Assoldati dalla madre di Amelia, amministratrice di giustizia ‘giustiziera’, i nostri scoprono molto presto che niente è quello che sembra. Lanciati all’inseguimento dei cattivi, si accompagnano loro malgrado con Holly, la brillante figlia di Holland che non ha nessuna intenzione di aspettare papà a casa.
Shane Black, che ha il nome di un detective pulp fiction, è stato uno degli sceneggiatori più ricchi degli anni Ottanta. Con Arma Letale (1 e 2) batte cassa e rinnova il cinema d’azione affiancando partner mal assortiti e obbligandoli a fare fronte comune nelle avversità. Sovrano indiscusso del buddy movie, dirige il suo primo film nel 2005 (Kiss Kiss Bang Bang), un omaggio nostalgico ai noir di serie B degli anni Quaranta e Cinquanta, ed è subito culto. Di quel suo debutto, The Nice Guys conserva l’ambiente (Los Angeles) e la coppia scombinata che combina a meraviglia Russell Crowe e Ryan Gosling, catapultati nel mezzo di un intrigo complesso e agitato da delitti, fughe, incidenti, cospirazioni di palazzo. Il primo abbondante abbandona il ruolo del guerriero invincibile, cedendo all’alcol ma tirando (sempre) pugni ben piazzati, ribaltando avversari e rovesci esistenziali, perché Crowe conosce solo destini eroici. Meno eroico ma altrettanto energico, Ryan Gosling tiene testa all’epicità del socio che gli rompe un braccio ma li copre le spalle. Se al detective di Crowe spetta il ruolo di peso contro cui frange ogni tentativo di attacco nemico, a Gosling compete la leggerezza della ‘sagoma da attraversamento’. Precipitato una, due e tre volte, come i personaggi dei cartoni animati è immortale, attraversa muri e finestre, vola in piscina, rovina al suolo, scivola lungo la collina rialzandosi sempre e ripetendosi in quel ‘per sempre’. Eroi di diversa fattura e differente attitudine, Healy e March sono obbligati a collaborare per sgominare l’avversario comune scoprendosi da (sotto)genere amici e solidali. Ma non così presto perché il contrasto tra i due produce energia comica, dialoghi esilaranti e una reciprocità contagiosa.
Film d’azione in tandem, The Nice Guys si muove sul fondo degli anni Settanta, quelli che avviarono la crescita orizzontale della città, accelerata dagli interessi dei costruttori e dalla corruzione di funzionari chiave della pianificazione, che finirono per divorare l’ecosistema agricolo e collinare di Los Angeles. Tra interessi pubblici e privati, indagano i detective scordati di Shane Black, ultimi baluardi di un paesaggio espropriato del verde e di un’idea di città vagheggiata (e perduta). Se Kiss Kiss Bang Bang celebrava Raymond Chandler, attraverso la complessità dell’intreccio e la titolatura dei capitoli che riprendeva titoli di suoi celebri romanzi e novelle, The Nice Guys respira le atmosfere lisergiche dell’autore americano e di una città che ha praticamente inventato lui. Cow-boy sentimentali e alcolici che campano su un loro personalissimo codice morale, i nice guys agiscono un polar muscolare che abbassa la suspense e alza il volume della musica. Musica che contribuisce alla legatura coreografica di pedinamenti, scazzottate, corse e coup the théâtre, armonizzando la follia slapstick di Gosling col senso epico dello spettacolo di Crowe, la caleidoscopia sartoriale con la parata cromatica del décor. Enjoy.