Wilde Salomè

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TERMINATA
Wilde Salomè
Un esempio di come ricerca, sperimentazione e cultura possano farsi Cinema
Wilde Salomè
(id)
Regia: Al Pacino
Cast: Al Pacino, Jessica Chastain, Kevin Anderson, Roxanne Hart, Estelle Parsons
Genere: drammatico
Durata: 88 min. - colore
Produzione: USA (2010)
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
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Al Pacino, a proposito di questo suo film dichiara: “Wilde Salomé è l’esplorazione di una pièce teatrale che mi ha impegnato per molto tempo. Ho spogliato l’opera di tutti i suoi costumi e scenari complessi, presentandola e analizzandola nella sua essenza. Jessica Chastain è sensazionale nel ruolo di Salomè e mi ha aiutato molto nella mia personale scoperta del mondo di Oscar Wilde. Wilde Salomé non è un film narrativo tradizionale, né un documentario. È sperimentale, è l’emancipazione di un’opera che continua a vivere”.
È un ottimo modo di introdurre a un film che ricorda Looking for Richard dedicato al Riccardo III di Shakespeare. Rispetto a quella prima indagine Pacino qui sviluppa un percorso che tra le pagine del testo inserisce la vita del suo autore. L’attore, regista di se stesso, mette a nudo il suo desiderio di affrontare il rischio di molteplici salti mortali frutto dello stimolo intellettuale che l’opera torna a suscitargli. Gira infatti un documentario che vuole al contempo rendere conto di una messa in scena teatrale e di un film ‘da farsi’ sempre sullo stesso soggetto.
Pacino è affascinato (poteva essere diversamente?) dalla figura di un autore ribelle e pronto a pagare di persona le proprie scelte anticonformiste. Individua in “Salomè” quasi la sintesi dell’universo letterario wildiano ed è ammaliato dalla perversa innocenza della protagonista. Narrativamente passa dal mangiare voracemente un panino alla visita ai luoghi in cui l’autore visse o al palcoscenico su cui la vicenda si sviluppa con la fluidità che solo i grandi riescono ad ottenere. Punta poi lo sguardo sullo scontro a tre (Erode, Erodiade, Salomè) in cui conferisce al re della Giudea gli accenti di una avidità consapevole di scontrarsi con il divino. Mentre la voce stentorea di Johanaan sale dal buio di un pozzo a ricordare colpe ed omissioni il corpo e l’intensità espressiva di una Chastain davvero superlativa lo vincolano a un giuramento che lo trascinerà alla perdizione. La sua vocalità si fa chioccia mentre implora un cambio di scelta che non verrà.
A differenza che nel passato però qui Pacino libera la macchina da presa da un costante pedinamento della sua persona per indirizzarla sui volti e sui gesti degli attori. Nel modo in cui li riprende si legge la stima profonda che nutre per loro e il desiderio di valorizzarne sino in fondo le doti che ha trovato in loro. È un dono che non molti grandi del mondo dello spettacolo sono in grado di riservare ai colleghi. Pacino si dimostra più che mai consapevole che una star da sola non è sufficiente a portare alla luce le pieghe più nascoste di un testo immortale. Parte, con una piccola produzione, per un viaggio di cui l’approdo è incerto ma ha con sé dei compagni che contribuiscono a rendere questo documentario un esempio di come ricerca, sperimentazione e cultura possano farsi Cinema.