Poveri ma ricchi

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TERMINATA
Poveri ma ricchi
L’attesa è finita, POVERI MA RICCHI, nuova commedia firmata da Fausto Brizzi
Poveri ma ricchi
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Regia: Fausto Brizzi
Cast: Christian De Sica, Enrico Brignano, Lucia Ocone, Lodovica Comello, Anna Mazzamauro
Genere: Commedia
Durata: 90 min. - colore
Produzione: Italia (2016)
Distribuzione: Warner Bros Italia
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La famiglia Tucci vive a Torresecca, paesino vicino a Zagarolo, e non ha mai conosciuto il benessere. Danilo, il padre, intreccia mozzarelle e sogna la Formula Uno; Loredana, la madre, è casalinga con l’ossessione della pulizia (perché “i germi s’ingrifano al tramonto”) e un talento speciale per i supplì; la figlia Tamara fa la cassiera al super e precede ogni sua opinione con “hashtag”; Marcello, lo zio, è un disoccupato cronico col diploma di perito agrario; Nicoletta, la nonna, passa le giornate davanti alla tv e ha una cotta per Gabriel Garko. Parrebbe la famiglia del Professore Matto se non ci fosse il piccolo Kevi (senza “n”), saggio ben oltre i suoi anni e incomprensibilmente acculturato, a salvare la reputazione del gruppo. Ma i Tucci si vogliono bene e nonostante i piccoli screzi quotidiani sono una famiglia unita, perciò quando vincono 100 milioni di euro alla lotteria la loro vita viene rivoluzionata. Rimanere a Torresecca è impossibile e si trasferiscono in blocco a Milano, prendendo alloggio in un hotel 5 stelle in zona piazza Gae Aulenti. È in quell’albergo che Marcello incontrerà Valentina, la donna che gli cambierà ulteriormente la vita.
Basato su una commedia francese di grande successo, Les Tuche, Poveri ma ricchi è la decima regia di Fausto Brizzi e l’ennesima collaborazione alla sceneggiatura con Mario Martani. Questa volta però, complice la solida ossatura narrativa fornita dal copione francese, Brizzi e Martani hanno mano libera per fare ciò che riesce loro meglio: la sequela di battute che italianizzano la trama e rendono spassose le interazioni fra i Tucci.
Al fondo c’è la spocchia contro i provinciali della cintura romana, ma è una spocchia ben indirizzata a scopo comico e molto meno greve di quella, per citare un esempio recente, riservata ai villici del viterbese di Ogni maledetto Natale, ed è controbilanciata da una grande tenerezza nei confronti di questi scombinati animati da buone intenzioni e da un affetto palpabile (usiamo il termine non a caso). Quel che più conta, si ride tanto, a pioggia, ritrovando l’umorismo “etnico” della commedia all’italiana e trapiantandolo in una contemporaneità di cui si raccontano i limiti più che le lusinghe. Forse perché siamo tutti un po’ diventati come i Tucci, cioè privi di benessere ma desiderosi della nostra fetta di felicità, possiamo riconoscerci in loro e allo stesso tempo sorridere della loro naiveté.
Più di tutto funziona la squadra di attori comici italiani finalmente serviti da una trama degna di questo nome e da dialoghi veramente spiritosi e non del tutto scollati dalla realtà: dai cognati Christian De Sica ed Enrico Brignano all’ottima Lucia Ocone e la divina Anna Mazzamauro, dal mitico Bebo Storti allo spassoso Giobbe Covatta al commovente Ubaldo Pantani, maggiordomo che rimanda all’adorabile Coleman di Una poltrona per due.
Anche Poveri ma ricchi rischia di diventare un cult natalizio, ma all’italiana e in quota cinepanettone: un panettone ben lievitato e zeppo di canditi (o uvette, se i canditi non piacciono) che lascia un buon sapore in bocca.