Scomode verità

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Pansy è una donna segnata dal dolore dopo la morte della madre e da una vita di privazioni, che ha trasformato quel dolore in rabbia e in una capacità quasi inesauribile di insultare e offendere il prossimo, compresi il marito e il figlio, ma anche i totali sconosciuti che incontra per strada. La sorella minore Chantelle fa del suo meglio per arginare la furia verbale ed emotiva di Pansy, comprendendo fino in fondo la fonte primaria della sua collera. Ma Pansy non riesce ad affrontare le scomoda verità su se stessa, e prosegue nelle sue esternazioni al vetriolo, alienandosi l’affetto e l’empatia di chiunque abbia la sventura di avere a che fare con lei. Per fortuna Chantelle non molla, e forse riuscirà ad aprire un varco nella corazza inscalfibile che Pansy si è costruita per poter continuare a sopravvivere.
Scomode verità è la quintessenza di un film di Mike Leigh: un racconto intimo e sconvolgente su relazioni famigliari distorte dai segreti e le bugie che l’uno ha rispettivamente nascosto o propinato agli altri.
Costruito su premesse quasi comiche, il sedicesimo film del regista inglese over-80 è ancora una volta pronto a mettere a nudo i sentimenti più nascosti dei suoi protagonisti, e a farli esplodere in un tour de force emotivo finale catartico e straziante. Leigh posa su ognuno dei personaggi in scena il suo sguardo compassionevole e gentile, ma non risparmia loro l’esibizione di assortite meschinità e vigliaccherie, né del degrado umano provocato da una sofferenza interiore ingestibile ed egoriferita. Ognuno di loro porta la sua croce, chi con grazia, chi con apparente indifferenza, chi somatizzando e chi scagliandosi contro il mondo a testa bassa.
Al centro di un film dalla scrittura magistrale (sempre di Leigh) che gestisce con altrettanta maestria le sfilze di insulti di Pansy e i dialoghi serrati e dolorosi fra lei e i suoi famigliari, c’è l’intensa interpretazione di Marianne Jean-Baptiste, che qui rovescia completamente l’altra sua memorabile interpretazione in un film di Mike Leigh, ovvero quella di Hortense in Segreti e bugie. La sua Pansy passa dall’essere un personaggio comicamente odioso e respingente a rivelare un’umanità ferita così profondamente da non saper trovare le parole per esprimersi. Ed è davvero inspiegabile che Baptiste non sia stata in prima fila fra le attrici candidate ai massimi premi interazionali del 2024.